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Dingo è un romanzo dello scrittore francese Octave Mirbeau, pubblicato in maggio 1913. Siccome Mirbeau era malato e incapace di terminare la propria opera, è il suo giovane amico Léon Werth che fu incaricato di scrivere gli ultimi capitoli. TramaSenza curarsi del "realismo", il romanziere dà libero sfogo alla sua fantasia, nella continuità di François Rabelais. Invece dei sotterfugi rappresentati dai personaggi romanzeschi, Mirbeau si mette sé stesso in scena in qualità di scrittore, inaugurando così una specie di autofinzione. Per protagonista non sceglie più degli esseri umani, bensì il suo cane, Dingo, morto in ottobre 1901. Rinuncia a qualsiasi trama romanzesca e ad ogni tentativo di composizione, ubbidendo soltanto alla propria fantasia. Nel villaggio di Ponteilles-en-Barcis, nel Vexin, il cane-dingo del narratore, Dingo, arrivato tutto giovane dalla lontana Australia, diffonde il terrore fra i contadini ed i borghesi, e, incapace di frenare i propri appetiti, ammazza molte pecore. Però è un buon cane, molto affettuoso coi suoi padroni, e, come lo scrittore, un ribelle libertario, refrattario all'autorità e all'ipocrisia. La sua presenza svela le meschinità e le turpitudini degli uomini e l'assurdità delle leggi e dell'ordine sociale. Quando muore, il narratore piange : ha perso un vero amico, un fratello spirituale, che lo consolava dagli uomini. DingoDingo è un cane, di tipo dingo, che viene dall'Australia e consegnato, ancora giovane cucciolo, in una scatola che somiglia ad una bara : tale è la prima impressione del narratore del romanzo, che non è altro che Mirbeau, in una specie di autofinzione ante litteram. Il narratore presto si sente molto affetto per questo ragalo caduto dal cielo. Ammira la caricatura e l'aspetto sproporzionato delle forme di Dingo, la sua energia, il suo coraggio, il suo individualismo, e soprattutto il suo amore per la libertà, così differente dall servilismo degli altri cabi. Dingo odia davvero tutto ciò che porta un'uniforme e tutti quelli che sospetta di essere sepolcri imbiancati, e riserva tutta la sua simpatia agli sfortunati ed indigenti: come il padrone, il cane... Eppure il maestro fittizio insiste ostinatamente a instillargli in lui i sani valori della Terza Repubblica e fargli rispettare i codici che governano i cosiddetti esseri umani civilizzati, ostacolando così il suo sviluppo naturale: il personaggio Mirbeau della finzione si diverte ad adottare posizioni contrarie a quelle del romanziere Mirbeau. Di conseguenza, è l'animale che, invertendo la solita relazione, dà al suo maestro delle lezioni di libertà e di filosofia cinica ! Ma come Dingo potrebbe essere completamente libero nel mezzo degli umani, quando i suoi istinti carnivori lo spingono a massacrare i polli e le pecore che incontra? Attraverso il suo esempio, Mirbeau mette in luce l’aporia di un naturismo beato e troppo dogmatico. Finalmente, Dingo è vittima della sua lealtà verso i suoi padroni: come l'omonimo cane del romanziere, muore di ittero, nel villaggio di Veneux-Nadon, dopo aver passato lunghe giornate a fianco della moglie del narratore, gravemente ferita in un incidente. Traduzioni- In italiano : Dingo è stato pubblicato due volte in Italia, nel 1938 nella "Collezione Grandi Autori"n e nel 1961, nella collana "Romantica", sempre presso la Casa Editrice Sonzogno, Milano. Traduzione di Decio Cinti. Nel 2017, all'occasione della commemorazione del centenario della morte di Mirbeau, Elliot ha ripubblicato la vecchia traduzione di Decio Cinti. - Per le traduzioni in altre lingue, vedere Pierre Michel, Bibliographie d’Octave Mirbeau, Société Octave Mirbeau, 914 pagine ; e Octave Mirbeau en toutes langues, Société Octave Mirbeau, 2018, 232 pagine. Edizione francesiOctave Mirbeau, Dingo, Fasquelle, 1913, pp. 422. Octave Mirbeau, Dingo, Flammarion, 1921 ; illustrazioni di Jacques NamOctave Mirbeau, Dingo, Jonquières, 1923 ; illustrazioni di Pierre FalkéNel 1924, edizione Ambroise Vollard, illustrata da Pierre Bonnard.Octave Mirbeau, Dingo, Éditions Nationales, 1936 ; illustrazioni di Gus BofaBibliografia e collegamenti esterni
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