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Le Lettere dall'India (in francese, Lettres de l'Inde) sono una serie di undici articoli dello scrittore francese Octave Mirbeau, pubblicati nel 1885 in due giornali francesi, Le Gaulois e Le Journal des débats, e firmati simbolicamente Nirvana. Sono stati raccolti in volume nel 1991 da Pierre Michel e Jean-François Nivet (Éditions de l’Échoppe, Caen). Non sono ancora stati tradotti. AnalisiSi tratta di una mistificazione letteraria, perché Octave Mirbeau non ha mai viaggiato attraverso l'India. Era in Francia, nella Normandia, mentre scriveva le sue pseudo-lettere. Al principio Mirbeau voleva soltanto burlarsi di un giornalista del Gaulois, Robert de Bonnières, che stava realmente viaggiando in India, da dove spediva « Ricordi di viaggio », raccolti nei suoi Mémoires d'aujourd'hui (1886). Ma si tratta anche di letteratura alimentaria: difatti, Mirbeau mette in forma letteraria le informazioni mandate dall'India da un amico, François Deloncle, al ministro Jules Ferry nel 1883. Tutte le fonti di Mirbeau si trovano nei rapporti inviati da Deloncle e sono indicate nelle note dell’edizione francese. A questa época Mirbeau è ancora un « proletario delle Lettere » e la sua penna non è ancora libera. Così, nelle sue Lettres de l'Inde, il futuro anticolonialista, che denuncerà il genocidio perpetrato dai Francesi in Africa, considera ancora che "il buon” colonialismo francese è rispettoso dei popoli e delle loro costumi, mentre "l'odioso" colonialismo inglese è responsabile di una terribile oppressione sui popoli dell'India. Tuttavia Mirbeau è cosciente dei movimenti di fondo che sono nascendo in Oriente. È affascinato dalla civiltà indiana e dal fatalismo e dall'impressionante « immobilità » del popolo indiano. Si interessa anche al buddismo, che egli presenta come una religione senza Dio, emancipatrice del pensiero umano e, per conseguenza, esente di fanatismo, secondo il monaco singalesi Sumangala. SumangalaBibliografia e collegamenti esterni
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