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Nel cielo |
Titolo originale |
Dans le ciel |
Autore |
Octave Mirbeau |
1e ed. originale |
1892-1893 |
Nel
cielo (Dans le ciel) è un romanzo dello scrittore francese
Octave Mirbeau, pubblicato nel l'Écho de Paris (1892-1893). La
prima pubblicazione in volume ebbe luogo nel 1989 (Éditions de l'Échoppe,
Caen).
Trama
Si tratta di un romanzo simbolista, espressionista e pre-esistenzialista
sulla tragedia della condizione umana, in un universo che costituisce
« un delitto » – ma un delitto senza criminale –,
e, più particolarmente, sulla tragedia dell'artista nella società borghese,
attraverso il destino tragico di un pittore, Lucien.
Per immaginare la figura di questo pittore, il romanziere si ricorda
la figura di Vincent van Gogh, morto tragicamente poco prima, che egli
ha appena scoperto e di cui ha comprato due tele : I girasoli e Iris.
Incapace di realizzare i capolavori sognati, Lucien muore tagliandosi
la mano, colpevole di tradire il suo ideale. Alla fine del romanzo, Georges,
impotente, si trova dietro la porta chiusa dello studio del pittore, dove
Lucien sta morendo.
Vincent Van Gogh, La notte stellata, giugno 1889
(Museum of Modern Art, New York)
Mirbeau presta questa pittura al pittore Lucien
Dopo
la sua morte, è un suo amico, Georges, scrittore mediocre, che va abitare
la sua casa, isolata su un picco, nel bel mezzo del cielo. Al principio
del romanzo, riceve la visita di un amico anonimo, primo narratore, al
quale rimette il manoscritto della narrazione della sua vita.
Lucien
Lucien è uno dei due personaggi principali del romanzo. Egli
è l'amico del narratore secondo, Georges, al quale ha legato la
sua casa situata su un picco nel mezzo del cielo. Il personaggio è
chiaramente ispirato alla figura del pittore olandese Vincent Van Gogh,
scoperto poco prima dal romanziere. Nel romanzo, un dipinto di Van Gogh
è precisamente attribuito al pittore Lucien : La notte stellata.
Ciò nonostante, il personaggio di Lucien è immaginario :
non si tratta di una fedele imitazione di un modello.
La vita di Lucien è un’illustrazione della tragedia dell'artista.
Figlio di un macellaio, Lucien ha scelto di fare il pittore, nonostante
l'ostilità dei suoi genitori, come una sfida, alla maniera del
abbé Jules, in Il Reverendo Jules, quando sceglie di diventare
sacerdote « Nom de Dieu ! ». Il suo credo estetico è
riassunto in una formula definitiva ed imprecisa : « Vedere, sentire
e capire ». Ma le sue idee sono confuse, egli non è capace
di spiegarsi colle parole, il suo scopo ideale è troppo alto per
lui : le opere realizzate sono sempre al di sotto delle opere sognate,
la mano è impotente a materializzare l’ideale intravisto.
Inoltre, alla fine della sua evoluzione, Lucien dimentica i suoi propri
principi estetichi e si perde nelle acque torbide del simbolismo e del
preraffaelismo, combattuti da Octave Mirbeau nei suoi Combats esthétiques.
Finalmente, egli si suicida tagliandosi la mano colpevole (“la main
coupable”, cioè, in francese, la mano che deve essere tagliata).
Attraverso questo pittore che si rinnova continualmente e cerca un assoluto
inaccessibile, il romanziere ci fa capire la tragedia dell’artista
esigente, che rifiuta la tradizione accademica e che urta contro i pregiudizi
delle istituzioni artistiche e contro il misoneismo dei politici e del
pubblico.
Traduzioni
-
Octave
Mirbeau, Nel cielo, traduzione di Albino Crovetto, Skira, giugno
- nº 10, ottobre 2015.
-
Per le traduzioni in altre lingue, vedere Pierre
Michel, Bibliographie
d’Octave Mirbeau, Société Octave Mirbeau, 914 pagine ;
e Octave
Mirbeau en toutes langues, Société Octave Mirbeau, 2018, 232
pagine.
Bibliografia e collegamenti esterni
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Octave Mirbeau, Dans le ciel,
Éditions du Boucher, 2003.
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