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Il Calvario

Titolo originale

Le Calvaire

Calvaire 1887

Prima edizione francese

Autore

Octave Mirbeau

1ª ed. originale

novembre 1886

Genere

romanzo

Sottogenere

critica sociale

Ambientazione

Normandia e Parigi, anni 1870-1875

Protagonisti

Jean Mintié, Juliette Roux

Il calvario (in francese Le Calvaire) è un romanzo francese in stile realista di Octave Mirbeau. È apparso il 23 novembre 1886, inizialmente nella Nouvelle revue di Juliette Adam, poi definitivamente pubblicato dalla casa editrice Ollendorff, in cui sono stati pubblicati tutti i romanzi scritti come ghostwriter.

Mirbeau ha scritto Le Calvaire nel 1886, al termine di una relazione sentimentale (durata dal 1880 al 1884) con una donna frivola e dissoluta, di nome Judith Vinmer.

Trama

Il calvario appartiene al ciclo dei romanzi autobiografici, in cui, questa volta, Mirbeau traspone, quasi per liberarsene attraverso un procedimento di scrittura catartica, il suo legame devastante di quattro anni prima con una donna di modeste virtù, Judith Vinmer – nel romanzo, Juliette Roux.

L'inferno della passione, fonte di sofferenze fornisce il tema fondamentale della fine dell'ispirazione creatrice dell'artista ; le relazioni tra i due sessi si basano su un eterno malinteso e un abisso d'incomprensione reciproca li separa per sempre, facendo così dell'amore un terribile inganno.

Il racconto è redatto alla prima persona dall'antieroe, Jean Mintié, originario, come il romanziere, della regione Perche (Normandia). Anche se scrittore fallito, egli intende espiare le sue colpe, le sue vigliaccherie, le velleità omicide, attraverso la confessione. Alla fine del racconto, che si presenta come una metafora del calvario di un'anima, Mintié, vestito da operaio, scompare, dopo aver subito un'allucinazione in cui concupiscenza e assassinio si saldano l'una con l'altro. Mirbeau aveva previsto un seguito, La Redenzione (La Rédemption), che però non fu mai scritto.

Le Calvaire, illustrazione di Georges Jeanniot, 1901

Jean Mintié

Figlio di un notaio (che ha la mania di uccidere piccoli animali e non gli rivolge mai la parola), e di una madre nevrastenica e dolente (che muore quando lui ha dodici anni), Jean Mintié trascorre un’infanzia triste e solitaria in un borgo sperduto della Normandia, Saint-Michel-les Hêtres. A Parigi, dove si trasferisce per seguire studi universitari, sebbene con scarsi risultati, vive esperienze sessuali poco gratificanti. Richiamato alle armi nel 1870, assiste alla terribile disfatta dell’esercito francese e, dimenticato dal reggimento cui appartiene, uccide per errore un soldato prussiano. All’epoca della pubblicazione del romanzo, la scena in cui stringe appassionatamente il cadavere del nemico fece molto scalpore.

Le Calvaire, illustrazione di Georges Jeanniot

Finita la guerra, torna a Parigi dove intraprende una modesta carriera letteraria. Nello studio dell’amico pittore Lirat, un giorno incontra l’affascinante Juliette Roux. E inizia la sua lenta discesa agli Inferi. Diventatone l’amante, va a vivere con lei, spende cifre esorbitanti per soddisfare ogni suo capriccio e finisce per dilapidare l’intera eredità paterna. Debole di carattere e morbosamente geloso, soffre per le innumerevoli bugie e infedeltà prezzolate della donna, ma le rimane accanto e si fa persino mantenere da lei. Obnubilato e incapace di scrivere, spreca così quel poco talento che ancora gli rimane.

Dopo qualche mese di questa vita, decide di fuggire (al pari dello stesso Mirbeau e, su consiglio dell’amico Lirat, si rifugia in Bretagna, in un piccolo villaggio di pescatori, dove si strugge inutilmente per amore finché Juliette non lo riporta a Parigi. Ma i tormenti riprendono immutati. Durante una crisi di disperazione e gelosia, giunge persino a desiderare di ucciderla. Impossibilitato a farlo, sfoga la propria rabbia impotente sull’adorato cagnolino di lei, di cui fracassa il cranio sulla mensola del caminetto. Terrorizzato dallo scoprire pulsioni omicide dentro di sé, decide di lasciare Parigi e i suoi miasmi letali. Dopo un’allucinazione in cui Eros e Thanatos si esibiscono in una spaventosa danza macabra, parte per una destinazione sconosciuta, vestito da operaio.

Il seguito del romanzo, che si sarebbe dovuto intitolare ''La Redemption'' (''La redenzione'') perché incentrato sul riscatto del protagonista a contatto con la natura, non è mai stato scritto.

Jean Mintié è un antieroe, il cui degrado rappresenta un avvertimento per tutti coloro che desiderano assaporare le gioie dell’amore senza sapere che questo sentimento spesso è una “passione” e una tortura, come l’illustrano le pitture di Lirat..

Juliette Roux

 Juliette Roux, vista da Hermann-Paul, 1928

Juliette Roux, vista da Hermann-Paul, 1928

Juliette Roux è l’amante del narratore, Jean Mintié, cui fa vivere un interminabile, penosissimo calvario. Se il suo nome di battesimo, Juliette, evoca immediatamente l’eroina innamorata di Shakespeare, il suo cognome, Roux, richiama piuttosto alla mente reminiscenze legate alle figure del diavolo e dell’inferno : Juliette roux è un’incarnazione della “femme fatale”.

Ispirata al ricordo di una ex amante di Mirbeau, Judith Vinmer, Juliette Roux è tutt’altro che un specchio di virtù. Nonostante abbia poco cervello, sa fingere sentimenti capaci di generare nell’amante l’illusione di essere amato. È bugiarda e spendacciona, priva del minimo gusto, ma capace di esercitare un grande potere di seduzione sugli uomini che manipola a piacimento, come nel caso del pittore Joseph Lirat.

Juliette Roux è sempre vista dall’esterno, dallo sguardo del narratore, il cui racconto, evidentemente soggettivo, ci dà di lei una visione parziale e tendenziosa. Perciò è impossibile determinare con esattezza quanto in lei sia frutto di incoscienza e quanto di machiavellismo.

Edizioni francesi

* Octave Mirbeau, Le Calvaire, Ollendorff, 1886, 319 pagine.

* Octave Mirbeau, Le Calvaire, Ollendorff, 1901, 355 pagine. Illustrazioni di Georges Jeanniot.

* Octave Mirbeau, Le Calvaire, Éditions du Boucher, 2003, 243 pagine, a cura di Pierre Michel.

Traduzioni

* Traduzioni italiane :

* O. Mirbeau, Il calvario, Sonzogno, Milano, 1887, 296 pagine.

* O. Mirbeau, Il calvario, Salani, Firenze, 1901, 291 pagine.

* O. Mirbeau, Il calvario, Nobile, Napoli, 1902, 188 pagine.

* O. Mirbeau, Il calvario, Casa Editrice Italiana Modernissima, Milano, 1921, 153 pagine. Traduzione di Vittorio Bandini.

* O. Mirbeau, Il calvario, Graphis, Bari, giugno 2011. Traduzione di Ida Porfido, accompagnata dal testo francese.

Il Calvario, Mario Nobile, 1902 ; illustrazione di Georges Jeanniot

* Per le traduzioni in altre lingue, vedere :

*Pierre Michel, Bibliographie d’Octave Mirbeau, Société Octave Mirbeau, 914 pagine.
*Octave Mirbeau en toutes langues, Société Octave Mirbeau, 2018, 232 pagine.

Bibliografia e collegamenti esterni

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